di FinanzaWorld staff

Wall Street tra earnings e dati macro

del 28/04/2007 di FinanzaWorld staff

Wall Street chiude in
leggero rialzo.
Dow Jones +0,12%
Nasdaq +0,08%.

 

Sul Nyse il 41% dei titoli
è avanzato su terreno positivo,
sul Nasdaq il 39%.

 

Dopo giorni di risultati trimestrali
delle grandi società, sono tornati ad essere
market movers i dati macroeconimici:

 

Prodotto Interno Lordo-Adv.:+1.3%,
valore atteso dal mercato: +1.8%.


 
Deflattore-Adv.del 1° trimestre:+4.0%,
valore atteso dal mercato:3.2%.

 

Employment Cost Index del 1° trimestre:0.8%
valore atteso dal mercato:0.9%.

  

Fiducia Michigan-Def. di aprile:87.1
valore atteso dal mercato:85.3,
la stima preliminare era stata 85.5.

    


Il Reddito Nazionale (Pil), come
quello di ciascuno di noi, equivale,
in linea semplificata alla somma
di due componenti: ciò che si consuma e
ciò che si risparmia (o investe).
Inoltre, va considerato anche ciò che si
dà o riceve da terzi, nel caso di una
nazione si parla di esportazioni ed
importazioni.

 

Osservando i dati odierni, si nota
che l'incremento del Pil è stato il
più basso da quattro anni, ha deluso
le aspettative di mezzo punto percentuale
ed ha mostrato un notevole rallentamento
rispetto all'ultimo quarto del 2006,
in cui la crescita era stata del 2,5%.

Le componenti:

Le spese per consumi sono aumentate al tasso annuo del
3,8%, leggermente in calo dal 4,2% dell'ultimo quarto.

Considerando che i consumi sono i due terzi del Pil Usa,
anche se in rallentamento, il dato appare confortante.


Le spese per la costruzione di immobili residenziali
sono scese del 17%;l'ennesima contrazione dopo il -18,7% 
ed il -19,8%, rispettivamente del terzo e quarto trimestre 2006.
Il dato segna il sesto trimestre consecutivo di flessione.

Il settore immobiliare, che a metà mese aveva dato cenni
di stabilizzazione, mostra di navigare ancora in cattive
acque e di appesantire la crescita dell'economia nel
suo complesso.


Sul fronte degli Investimenti, è da notare che gli investimenti
delle imprese, dopo la flessione del 3,1% del quarto trimestre
2006, hanno avuto un recupero del 2%.
D'altro canto, si nota anche una certa prudenza da parte delle
aziende in merito allo scenario economico futuro, infatti,
gli inventari hanno avuto l'incremento più basso dal terzo trimestre 2005.
L'accumulo di scorte è pasato a 14,8 miliardi di dollari dai
22,4 miliardi dell'ultimo quarto del 2006.

Quindi, per quanto riguarda gli Investimenti, il motto
sembra essere:"avanti ad agio e con prudenza".


Dai dati forniti dal Dipartimento del Commercio
le esportazioni risultano in calo dell' 1,2%,
dopo aver messo a segno un +10,6% alla fine del 2006.
Questo è il primo calo dell'export a stelle e strisce
dopo quello dell'1,7% del secondo trimestre 2003.
 
Questo dato indica un appesantimento del deficit commerciale.

 

La stima del deflattore, indice dato dal rapporto tra
il Pil nominale (a prezzi correnti) e il
Pil reale (a prezzi costanti), che quindi "depura"
la crescita del Pil dall'aumento dei prezzi,
cioè dall'inflazione, ha mostrato un
aumento inatteso del 4%.
Un rapporto parallelo, al netto delle componenti
più volatili quali alimentari ed energia,
ha indicato un incremento dei prezzi del 2,2%.

Complessivamente, il deflattore, indicatore monitorato
molto attentamente dalla Fed, mostra che l'inflazione è
ritornata al di sopra dei livelli di guardia.

 

Il dato sulla fiducia dei consumatori
dell'Università del Michigan, è risultato
in rialzo a 87 punti rispetto agli 85,3 attesi.
Quando è uscito questo dato, Wall Street,
partita in sordina, dopo i gli altri dati
macro inferiori alle attese, ha iniziato il recupero.
Ricordiamo, che ad aprile, la fiducia dei
consumatori è scesa al livello più basso da sette mesi.
 

Il 25 aprile, il Beige Book della Fed, basato sulle
rilevazioni effettuate nei 12 distretti federali,
che viene stilato otto volte all'anno, due settimane
prima delle riunioni del Board, ha descritto un'economia
in crescita moderata e con un livello d'inflazione stabile.
 
Nel recente Beige Book si nota che sul fonte dei mutui
per l'acquisto di abitazioni,le notizie non sono molto
incoraggianti, dato che la domanda è stabile e ancora
in frenata in diversi distretti.
Restano invece positivi i finanziamenti relativi ai
locali commerciali e al credito industriale.
 
Per quanto riguarda l'inflazione la Fed ha sottolineato
che questa è ascrivibile all'ascesa del prezzo dei carburanti e
dell'energia in generale. Buona parte delle pressioni
inflazionistiche provengono dall'importazione
delle materie prime in connessione alla debolezza
del dollaro.


Nel complesso in messaggio è parso più ottimista
rispetto a quello precedente del 7 marzo, dal quale
si evinceva che il rallentamento economico era
generalizzato in tutti i distretti.

 

 

La frenata del mercato immobiliare sta facendo sentire
tutto il suo peso all'economia americana.
La stima preliminare del Pil ha deluso notevolmente
le attese, tuttavia, i Consumi mostrano di essere
ancora tonici, anche se in rallentamento e gli Investimenti
hanno dato cenni di miglioramento, inviando al contempo
messaggi di prudenza sull'andamento futuro dell'economia.

Sul fronte monetario, Bernanke resta decisamente con le mani legate:
il Pil sotto le attese lo porterebbe a tagliare i tassi, d'altro canto
le forti spinte inflazionistiche lo indurrebbero ad alzarli.

Queste due forze, che tirano in direzioni opposte
si bilanciano vicendevolmente, pertanto
toccare la leva dei tassi in questo momento
appare una mossa dall'esito quantomai incerto.

 

 


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