di Francesco Carlà

Tre brutti errori finanziari e come risolverli

del 6/04/2015 di Francesco Carlà
Ho ricevuto una lettera molto interessante.

Mi scrive Angelo M. per mettermi a parte
di un tormento che, lo dice lui, gli fa perdere
il sonno. Si tratta di una missiva molto lunga
e quindi la riassumo un po' di seguito.

E alla fine rispondo. Buona lettura.


-Angelo M.
"Ho fatto tre errori nella mia vita finanziaria.
Uno di seguito all'altro. E ho solo 35 anni.

Mi dico spesso che tutti possono sbagliare e che
ci deve pur essere un modo per uscire da questa
situazione che mi angustia.

Ecco gli errori:

Il primo: Ho dato retta ai consigli di un "esperto"
              finanziario che, a giudicare da risultati, non
              aveva affatto esperienza.
              Non pensavo che un singolo consiglio sbagliato,
              anche se reiterato nel tempo (circa un anno)
              potesse produrre tanti danni al mio portafoglio.

Il secondo: Ecco il consiglio sbagliatissimo: ho ereditato
                 un grosso portafoglio azionario da mio padre.
                 Sto parlando di una somma con molti zeri.
                 La maggior parte di queste azioni erano e sono
                 titoli bancari e altre azioni dell'indice della Borsa
                 di Milano. Quando sono cominciati i guai,
                 nell'autunno del 2008, e i miei titoli hanno
                 cominciato a scendere, ho chiesto consiglio
                 a questo "esperto" sul da farsi. Il suo consiglio
                 e' stato netto: tenere tutto senza fare nulla.
                 Tanto si trattava di titoli tranquilli che pagavano
                 dividendi. Sarebbero risaliti molto presto e senza
                 problemi di ansia.

Il terzo: Non sono affatto risaliti. Anzi hanno continuato a
             scendere. Quasi meta' del mio pfolio azionario, due
             anni, dopo, se n'e' andato. E molto spesso non
             hanno pagato nemmeno i dividendi. Il risultato e'
             che adesso, elaborato il lutto della perdita e dei
             miei errori che ho elencato, non so cosa fare.
             Vendo e monetizzo la perdita? Tengo e spero che
             risalga il portafoglio (ma se poi continuano a
             calare?)? Esiste una terza possibilita'?


-Francesco Carla'
Angelo ha subito una ferita grave.

Qui non si tratta soltanto di soldi. Il problema e',
come succede spesso in faccende finanziarie, anche e
soprattutto psicologico.

Provate a leggere la sua lettera (e le sue domande) cosi':

1 Mio papa' mi ha lasciato custode di una grande fortuna;
2 Io mi sono fidato di uno che non aveva esperienza;
3 Il risultato e' che adesso il mio patrimonio e' ridotto
alla meta';
4 L'unica cosa che desidero e' farlo tornare al punto
di partenza.

Ragionare cosi', molto probabilmente, porterebbe
ad ulteriori perdite sul capitale iniziale.

Quindi, prima di tutto, scordarsi del capitale iniziale
se si vuole davvero iniziare una nuova strada. Il capitale
attuale e' il nostro capitale. Stop.

Secondo passaggio: il nostro patrimonio puo' essere
visto in due modi.

Il primo: le azioni che abbiamo al momento in pfolio e
              il loro valore facciale attuale.

Il secondo: i business che le azioni rappresentano, la
                 qualita' di questi business, i fondamentali
                 economici e finanziari.

Nel primo caso abbiamo un capitale che e' dato dal valore
attuale delle azioni. Ma non sappiamo nient'altro. Pessima
situazione per un azionista.

Nel secondo caso abbiamo un patrimonio che e' dato dal
valore delle nostre azioni a cui aggiungiamo la conoscenza
dei business sottostanti.

Nessuno dovrebbe detenere azioni se non rientra nel secondo caso.


Credo che sia molto chiaro, allora, cosa dovrebbe fare
Angelo M. (e tutti quelli che si trovano in situazioni
analoghe) per uscire da questa scomodissima condizione:

Primo: riconoscere il proprio capitale attuale dopo l'errore grave;
Secondo: riconoscere il profilo giusto di un investitore azionario.

Per ottenere il primo risultato bisogna guardare in faccia
la realta' e scacciare ogni idea di impossibili e perdenti
scorciatoie.

Per ottenere il secondo risultato bisogna usare i 5 Principi
della Finanza Democratica:

1 Nessuno sa, e puo', curare il nostro denaro meglio di noi;

2 Imparare ad investire e' molto semplice e non serve
essere laureati in economia e scienze finanziarie.
Basta essere correttamente informati da chi e'
Strutturalmente Indipendente(*) e non deve vendervi
nessun tipo di prodotti finanziari. Basta saper
fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni,
divisioni, percentuali, e medie;

3 Grazie ad Internet, e' facile e costa molto poco
investire da soli e senza intermediari. E' sufficiente
aprire un conto bancario on line e le commissioni
sono basse e alla portata di tutti gli investitori.

4 Investite solo in quello che capite e conoscete.

5 Non fidatevi di nessuno che vi proponga cose
in contrasto con i punti 1, 2, 3 e 4.

(*) Strutturalmente Indipendente e' SOLO
chi guadagna se guadagnate voi. Non chi guadagna
anche quando voi perdete.


Un caro saluto ed auguri a tutti,
Vs. Francesco Carla'




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