di FinanzaWorld staff

Master Azionario America (IBCC) edizione 18 del 16 ottobre 2008

del 16/10/2008 di FinanzaWorld staff

Siamo giunti alla diciottesima parte del Master Azionario America.

Fra poco entreremo nella fase finale del Master di Finanza World
che come sapete dura 25 puntate e contiene altrettante newslettere
per scoprire ed approfondire tutti i temi dell'investimento.

Continuerete a trovare anche le Watchlist di Francesco Carla'
e le dettagliate spiegazioni del Metodo e del suo 'Frullatore',
il sistema di screening ed analisi svelato in esclusiva per
i tantissimi iscritti al nostro Master.

Ogni settimana, per un intero semestre, stiamo trattando con la
supervisione e la direzione di Francesco Carla', i temi operativi
e strategici che permettono di diventare Investitori Attivi ed Indipendenti.

Per imparare ad investire da zero,
ma anche per il vostro perfezionamento.

Buona lettura e buon Master Azionario a tutti.

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In questo numero:

**** Il .valore relativo delle percentuali
**** Il Frullatore di Francesco Carla': l'EPS.
**** Watchlist Wall Street: le 5 societa' della settimana.
**** Il ROE (parte seconda).
**** Test settimanale
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- Il valore relativo delle percentuali.

Parliamo oggi di percentuali, visto che motlo
spesso esprimiamo il rendimento del nostro
portafoglio come percentuale di variazione.

Un'osservazione importante e' che le percentuali che
riguardano l'andamento dei titoli da inizio anno non
vengono rispecchiate direttamente dalle performances
globali di portafoglio, come invece qualcuno potrebbe
erroneamente credere. Come mai?

Facciamo un esempio: un investitore poco Intelligente
acquista un titolo a $100 e lo lascia in portafoglio, fintanto
che questo arriva a $20: sta perdendo l'80%.
Quanto dovra' apprezzarsi quel titolo perche' l'investitore
recuperi il suo denaro?

Evidentemente il titolo adesso vale $20, quindi per tornare
a valere $100 deve tornare a una quotazione di 5 volte
maggiore.

E quante volte avete avuto in portafoglio un titolo
che ha fatto questi balzi?

Ogni volta che il titolo in intraday fara' un bel +10%
(supponendo che il prezzo sia sempre di $20), il nostro
investitore poco accorto avra' recuperato solo un 2%
sul valore inziale del titolo.

Ecco perche' bisogna tagliare SEMPRE le perdite.
Invece, con i titoli che stanno comportandosi bene,
un apprezzamento di pochi punti percentuali, da' degli
incrementi notevoli sulle performance.

Poniamo allora che il nostro titolo, acquistato a $100,
sia ora a $180: abbiamo quindi un bel +80% sul titolo.

Gli earnings vanno bene e la percentuale intraday segna
un bel +10% (il prezzo diventa quindi $198). Quel 10%
di performance intraday, e' in realta' per l'apprezzamento
assoluto del nostro titolo un bel +18%.

Ed ecco perche' e' fondamentale lasciar correre
i profitti e tagliare le perdite: per lasciare agire la magia
dell'interesse composto e quella delle percentuali.

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- Un altro strumento fondamentale: Il 'Frullatore' di Francesco Carla' .

Per selezionare le migliori societa' e stare invece lontani da
quelle meno attraenti, e' particolarmente importante avere
un altro strumento fondamentale. Uno strumento capace di
mettere in evidenza i punti di forza e di debolezza dei
titoli analizzati, in modo da poter scegliere nel modo migliore
e con meno margine di errore possibile.

Questo strumento e' il 'Frullatore' che presentiamo qui di seguito:

-ev/fcf meglio se inferiore a 10

-peg meglio se inferiore a 0.90

-market capital meglio se tra 200 milioni e 3 miliardi (euro)
-market capital meglio se tra 300 milioni e 4 miliardi (dollari)

-rapporto tra market capital e fcflow inferiore al p/e

-insiders meglio se presenti ancora tra il 40 e il 60%

-p/e meglio se sotto il 13-15

-management conosciuto e affidabile e non esoso e durevole

-posizione di leadership su mercato e barriere ingresso concorrenza

-crescita profitti e ricavi 10% anno per prossimi 5 anni

-prodotti di nicchia in rapida espansione con bel margine

-tendenza alla globalita' del mercato e proteggibilita' del medesimo

-debito inferiore al 20% del patrimonio netto e meglio se zero

-bella cassa in grado di finanziare espansioni e ciclicita'

-poca ciclicita' del mercato e dei prodotti

-catalizzatore in vista ma non troppo noto per il timing di partenza

-dividendi e regolarita' dei medesimi negli ultimi 5/10 o piu' anni

-volumi di scambio medi negli ultimi 12 mesi

-Eps ultimi 12 mesi

Quando decidete di "frullare" una societa', a fianco di ogni elemento
del "Frullatore" si scrive il risultato che si ottiene. Alla fine del
"Frullatore", si scrive una conclusione tenendo presente i risultati
di ogni elemento.

Ma cosa significano questi elementi? Anche qui,
settimana per settimana procederemo ad analizzare
i vari punti.

Oggi parliamo degli EPS e chiudiamo
il capitolo dedicato al "Frullatore".

L'argomento degli EPS, cioè gli
utili per azione, lo abbiamo in parte
gia' accennato in passato quando
abbiamo parlato del rapporto P/E.

L'EPS è dato dall'utile netto di
bilancio che troviamo nell'income
statement, diviso per il numero di
azioni emesse dalla società.

Per cio' che riguarda il denominatore,
cioe' le azioni emesse dalla societa',
abbiamo spesso due configurazioni:
le azioni gia' in circolazione e il
numero di azioni "diluted", cioè
il numero di azioni che tiene conto anche
dei futuri aumenti di capitale (ad esempio
da erogare al management per i piani
di stock option).

Riteniamo che la considerazione del
numero di azioni "diluted" sia preferibile
rispetto al semplice numero di azioni
attualmente in circolazione, perché si
tratta comunque di nuovi titoli che più
avanti saranno emessi e, di conseguenza,
andranno a diluire il valore dela società.

Anche il numeratore, cioè l'utile netto,
a volte puo' venire aggiustato per
tener conto ad esempio di elementi
straordinari che incidono sull'utile netto
ma che, appunto, sono non ricorrenti.

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- Ed ora continuiamo a parlare di Watchlist

Una Watchlist e' un elenco di societa' che, per caratteristiche
fondamentali si ritengono esasere particolarmente interessanti.

Dopo aver visto, nelle precedenti edizioni, perche' e'
utile una Watchlist e come si gestisce, e' il momento
di vedere 5 societa' che attualmente sono nella Watchlist
di 'In Borsa con Carla' '. Si tratta di alcuni degli inserimenti
piu' recenti in Watchlist.

Le societa' sono:

- Expedia (EXPE)
- QLogic Corp. (QLGC)
- Blue Nile INC (NILE)
- Compania CERV. (CCU)
- Visa INC (V)

Andate su Yahoo! Finance, guardatevi le societa',
provate ad usare il Frullatore per "frullare" da
soli i loro dati, anche per le sezioni di cui non
abbiamo ancora parlato (non importa se su
qualcuna avete difficolta') e cercate di capire
perche' Francesco Carla' ritiene queste societa'
meritevoli di essere osservate. Per comprenderle
meglio, non dimenticate anche di visitare sempre
il loro sito internet.

Alcune societa' possono rimanere presenti in
Watchlist per piu' settimane, perche' occorre un
po' di tempo per seguirle.

Per sapere quali di queste societa' sono eventualmente
entrate nei pfoli premium di Francesco Carla' e di
Finanza World, potete provare GRATIS i nostri servizi
cliccando qui:

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- Il ROE (parte seconda).

Riprendiamo la parte dedicata al ROE
iniziata la scorsa settimana trattando oggi
un indicatore molto simile, il ROA.

Il ROE (Return on equity) ed il ROA (Return on assets)
sono due indicatori abbastanza simili, con lo scopo di
indicare quanto profitto il business riesca a generare
dato un certo investimento.

La differenza tra i due indicatori sta tutta nel
considerare il debito (ROE) o escluderlo dal calcolo
(ROA).
Abbiamo gia' visto nelle settimane precedenti, come
per le aziende in alcuni settori che richiedono grossi
capitali, sia necessario l'ausilio del debito.

Il ROA e' calcolato come il margine di profitto netto
per l'asset turnover:
ROA = (net income/sales) * (sales/assets)

siccome le vendite sono presenti sia al numeratore che
al denominatore si annullano, quindi la formula finale
e':
ROA = net income / assets

Il calcolo quindi e' simile a quello del ROE, che
include anche il debito (assets to equity).
Ed infatti, se l'azienda non ha debiti, ROA e ROE
hanno lo stesso valore.

Se l'ultima formula e' piu' semplice per il calcolo,
la prima ci fornisce tuttavia piu' informazioni.
Infatti un ROA del 10% potrebbe derivare da un margine
di profitto del 5% e un asset turnover di 2, o da un
net profit del 2% ed un asset turnover di 5. Verificando
i valori medi del settore in cui l'azienda opera, in
questo modo e' possibile capire dove l'azienda abbia
spazi di miglioramento.

Infatti non e' detto che un business con margini bassi
sia scadente. E' chiaro che piu' alti sono i margini
meglio sara' per l'azienda, ma l'asset turnover ci dice
anche quanto efficientemente gli asset vengano utilizzati.

Qual e' quindi l'indicatore da usare, ROA o ROE?
La risposta e' entrambi.
Se il ROA e' buono ed il pagamento dei debiti avviene
senza problemi, un ROE in crescita nel corso degli
anni e' sicuramente un buon risultato.

All'opposto, se ci sono problemi nel ripagare i debiti e
il ROA e' in declino, un miglioramento del ROE non e' un
buon segnale.

In generale possiamo affermare che tra due aziende con
lo stesso ROA, quella con minori debiti e' preferibile.

Potremmo anche inserire il capitale investito nella
formula precedente e calcolare il ROIC (return on
invested capital):
ROIC = Net Operating Profits After Taxes / Invested Capital

Il numeratore rappresenta la cassa generata dalle attivita'
operative, ossia il profitto netto meno gli interessi da
investimenti, ammortizzazioni e tutto cio' che non sia
direttamente legato all' operativita' aziendale.
Mentre l'invested capital e' il denaro che debitori ed
azionisti hanno investito nell'azienda.
Il problema qui e' che determinare esattamente cosa e
quanto sia il capitale investito per un'azienda non e'
sempre immediato.

Ed infatti spesso i valori del ROIC per una data azienda
risultano
essere differenti tra i vari analisti.

Anche qui, un'azienda con ROIC piu' alto di una
concorrente e' da considerare piu' appetibile, ed il
trend e' altrettanto importante.

Un ROIC in declino infatti potrebbe segnalare in anticipo
dei problemi di concorrenza.

In definitiva, ROE, ROA e ROIC sono tre misure che
permettono di quantificare la profittabilita' di
un'azienda e soprattutto i suoi vantaggi competitivi.
Non possiamo ottenere questi dati da classici rapporti
quali P/E (price/earnings) o P/B (price/book value),
perche' semplicemente considerano quanto l'investitore
pagherebbe per il valore contabile dei profitti o
dell'equity.

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- Test settimanale

Ecco ora alcune possibili risposte alle
domande del test della scorsa settimana.

1 - Quali sono le tre componenti che costituiscono
il ROE?

Risposta: i tre elementi che determinano il
ROE sono: net income/sales; sales/assets;
assets/shareholder equity.

2 - Quale è uno degli elementi più interessanti
delle società classificate come "turnarounds"?

Risposta: uno degli aspetti più interessanti
del turnaround è che il loro andamento è
poco correlato con le fluttuazioni di mercato.

3 - Che differenza c'è tra le società a "crescita slow"
e i "giganti ma frizzanti"?

Risposta: la differenza è che i "giganti ma
frizzanti" pur essendo grandi hanno ancora
la forza di crescere più rapidamente dei
titoli "crescita slow".

4 - Un ROE elevato e magari anche in
crescita è sempre un elemento positivo?

Risposta: sebbene in genere sia un fatto
positivo, a volte il ROE puo' essere
gonfiato dal management ricorrendo
all'indebitamento.

Ora passiamo alle domande della settimana.

1 - Che differenza c'è tra ROE e ROA?

2 - Se un titolo è cresciuto dall'inserimento
in portafoglio del 100%, un aumento
settimanale (o giornaliero) del 10% a
quanto porterà il rendimento complessivo.

3 - Cosa si intende per numero di
azioni "diluted".

4 - Perché dati come il ROE o il ROA
ci danno un informazione forse più
importante rispetto ai classici parametri
di valutazione P/E o P/BV?

Come sempre, provate a rispondere alle
domande e segnatevi le risposte su un
foglio di carta o su un file di testo per
confrontarle poi con le nostre possibili
risposte la prossima settimana.

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Un caro saluto a tutti,

Vs. Finanza World & Francesco Carla'





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