di Francesco Carlà

I mutui

del 21/05/2008 di Francesco Carlà
Secondo le stime dell'Adusbef, si prevede
un forte aumento dei pignoramenti, per chi
non riesce a stare dietro alla rata del mutuo.

Le banche replicano che  l'aumento sara' contenuto.

Il fatto e' che in Europa, meta' dei mutui
per la casa sono erogati a tasso fisso. In Italia
sono solo il 9%. Questo significa che gli italiani hanno,
nella grandissima maggioranza dei casi, un mutuo
a tasso variabile. E quindi sono molto piu' esposti
all'aumento della rata, tutte le volte che la Banca
centrale europea alza il costo del denaro.

Ma qual e' la differenza reale tra i due tipi
di mutuo piu' famosi?

Con quello a tasso fisso, l'interesse e' bloccato
al momento della stipula del contratto, e rimane
invariato per tutta la durata del prestito.

Con il mutuo a tasso variabile, l'interesse cambia
seguendo un indice di riferimento, l'Euribor.

A questo indice le banche applicano una maggiorazione
(si chiama Spread) che puo' variare, a seconda del cliente
e della banca, tra lo 0,55% e il 2,5%. Quindi moltissimo.

Durante il boom immobiliare, vi ho consigliato
tante volte di contrarre solo mutui a tasso fisso,
in particolare se siete dipendenti.

Il motivo e' molto semplice: l'importo della rata,
e il numero delle rate, non cambiano mai per tutti
gli anni del mutuo.

Con il tasso variabile invece, tutte le volte che
l'Euribor cresce, aumenta la rata. Oppure resta fissa,
ma aumenta il numero delle rate da pagare.

Ma adesso cosa potete fare se, per esempio, avete
un mutuo di 100.000 euro a tasso variabile,
e la rata e' cresciuta troppo per le vostre finanze?

Se si tratta di pochi soldi, potete
provare a farvi calare lo spread.

Per avere un'idea di quanto può cambiare la rata,
considerate che una differenza dell'1% applicata a
100.000 Euro di debito, produce una variazione di
circa 50 Euro al mese.

Puo' darsi invece che il vostro problema sia piu'
consistente, anche se magari solo momentaneo:
un ritardo di uno o due mesi. Non c'e'
troppo da preoccuparsi. Fate subito una telefonata
al direttore della filiale, spiegate la cosa,
e non succedera' nulla di spiacevole.

Ma se invece prevedete di non essere piu'
in grado di affrontare il rimborso secondo
il piano originale, avete due possibilita'.

La prima e' chiedere un allungamento del mutuo.
Molte banche possono estendervi la durata residua
del rimborso, per abbassare la rata. Tra l'altro se
li convincete con un accordo di rinegoziazione,
non servirà neppure l'intervento del notaio.

La seconda strada e' piu' dolorosa. Si tratta di
vendere l'immobile e comprarne uno piu' abbordabile,
con un mutuo meno pesante, magari stavolta a tasso
fisso. E quindi una rata piu' leggera.





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