Il terzo e ultimo capitolo del nostro excursus sulla
clean-tech parla dell’energia geotermica che deriva
dal calore presente negli strati più profondi della
crosta terrestre.
Infatti penetrando in profondità a partire dalla
superficie terrestre, la temperatura diventa
gradualmente più elevata, aumentando di circa 30°C per
km.
La geotermia consiste nel convogliare i vapori
provenienti dalle sorgenti d'acqua del sottosuolo
verso apposite turbine adibite alla produzione di
energia elettrica e riutilizzando il vapore acqueo per
il riscaldamento, le coltivazioni in serra e il
termalismo.
Le principali applicazioni del vapore naturale
proveniente dal sottosuolo sono due:
La produzione di energia elettrica tramite il classico
metodo a turbine ed il calore geotermico incanalato in
un sistema di tubature utilizzato per attività locali
di riscaldamento.
La geotermia è la fortuna energetica dell'Islanda. La
grande isola del nord Atlantico basa l'intera sua
esistenza sul naturale equilibrio tra la presenza di
acqua calda in profondità e l'atmosfera esterna sotto
zero.
Il più grande complesso geotermico al mondo si trova
in California a The Geysers (l'impianto ha un
potenziale di 1400 MW, sufficiente a soddisfare le
richieste energetiche dell'area metropolitana di San
Francisco.
Dall'inizio del novecento l'Italia sfrutta il calore
della Terra per produrre energia elettrica tramite la
realizzazione di centrali elettriche geotermiche
capaci di incanalare la forza del vapore con una
concentrazione massima in Toscana (Pisa, Siena e
Grosseto).
A Larderello si trova uno dei primi impianti
geotermici al mondo i cui primi esperimenti risalgono
al 1904 ad opera del Principe Piero Ginori-Conti.
I "giacimenti naturali di vapore" in Toscana producono
ogni anno oltre 4 miliardi di kilowattora di
elettricità nelle sole centrali toscane di Larderello
e di Montieri.
In conclusione la geotermia consente di trarre dalle
forze naturali rinnovabili una grande quantità di
energia rinnovabile e pulita.
Siamo arrivati alla fine di questo nostro piccolo
viaggio tra le energie alternative e prendendo in
considerazione i vari aspetti trattati si possono fare
alcune considerazioni.
La prima e la più evidente che salta agli occhi è la
necessita entro tempi ragionevoli di essere sempre più
indipendenti dal petrolio e dalle altre fonti fossili
che comunque stanno creando non pochi scompensi a
livello economico/climatico in tutto il globo.
Adesso il maggiore problema che farà senz’altro
crescere in modo esponenziale il settore del cleantech
è che, a prescindere dalla disponibilità o meno di
materiali fossili (petrolio, gas, carbone, etc.)
bisogna adoperare più energia nell’estrazione dei
medesimi rispetto a quella che si ottiene
dall’estazione stessa, sembra un paradosso, ma se si
riflette con attenzione alla fine è soprattutto un
motivo di carettere economico che farà sviluppare
concretamente il cleantech.
Si può inoltre affermare che gli investimenti fatti
negli anni passati ad esempio nel solare dalla
Germania, stanno cominciando a dare i primi benefici.
Se ne testimonia in concreto al Festival delle Scienze
2008 a Roma in questi giorni dove hanno partecipato
scienziati e premi nobel di tutto il mondo.
Basti pensare che gli addetti tedeschi alle energie
rinnovabili sono arrivati nel 2007 a 230.000 unità
superando gli addetti al settore storico
automobilistico con un forte impatto sociale,
economico.
La ricerca ha raggiunto livelli notevoli creando
cellule per pannelli solari di terza generazione
composte di pellicole plastiche di origine vegetale
grazie alla nanotecnologia applicata ai mirtilli.
Risultati eccezionali volti ad abbassare sempre più i
costi di produzione dei pannelli, a prolungarne la
vita utile e ad ottenere la massima efficienza.
Si conta di imporre una tassa sulle emissioni CO2 per
favorire la ricerca, forse il prossimo step a livello
di accordi tra i maggiori paesi nel mondo.
Si è potuto constatare che esiste, oltre che nella
comunità scientifica, un movimento politico/popolare a
livello mondiale che non dovrebbe far mancare benefici
nel medio termine, affrontando il problema in modo
serio e con notevoli mezzi economici.
Le previsioni ipotizzano che da qui al 2030 tra le
fonti di energia rinnovabile quella che ha più
possibilità reali di crescita è senz’altro il solare
con un margine di 60 volte, seguita dallo sfruttamento
del moto ondoso e delle maree con 46 volte, poi
l’eolico con 18 volte e per ultime biomasse e
geotermia con 4 e 3 volte.
Come si può vedere la "vecchia" idroelettrica non
sembra avere più margini di sviluppo in quanto come
abbiamo visto nel nostro percorso gli investimenti
anche delle famose major si stanno spostando verso
altri settori.
Speriamo di aver fatto un po' di luce su questa nuova
rivoluzione industriale chiamata clean-tech e diamo
appuntamento nei prossimi mesi con futuri
aggiornamenti.