di FinanzaWorld staff

Il Regno di Mezzo e l'economia

del 15/11/2007 di FinanzaWorld staff
Nei giorni scorsi sono stati comunicati i dati
relativi al surplus commerciale cinese.

Il nuovo record mensile in ottobre ha toccato i
27,05 miliardi di dollari mentre il precedente
record mensile risale a giugno, con 26,91
miliardi di dollari.

Questi i dati rilevati dai siti internet della
autorità doganali ed il surplus commerciale da
inizio anno risulta essere di 212,4 miliardi
di dollari (+59% su base annua), ancora meglio
del precedente record stabilito nel 2006 (177,5
miliardi).

In questo clima arroventato le richieste dal
mondo dell'economia mondiale sono quelle di
avere una moneta forte. Con uno yuan più caro
ci sarebbe un rallentamento della spinta
inflattiva che gravita su Pechino.

I dati del gigante cinese influenzano
notevolmente i mercati finanziari, Tokyo in
particolare, che risponde con ribassi e
movimentazioni brusche, alle ipotesi di aumento
dei tassi provenienti da oltre Mar del Giappone.

Raffreddare l'economia. Questa è la richiesta
dei paesi industrializzati che cercano di
applicare le tesi economiche occidentali ad un
fenomeno Cina praticamente nuovo.

Una Nazione enorme che tende a svilupparsi con
facilità, grazie anche all'alto tasso di
povertà ed un passaggio da società
agraria-feudale a società industriale comporta
sempre alti tassi di sviluppo.

Solo che in questo caso stiamo parlando di una
nazione soggetta a dittatura e che, ribaltando
ogni previsione, si è messa in gioco aprendosi
al mercato.

E' interessante osservare come una dittatura
Comunista stia trovando nell'applicazione del
Capitalismo un momento di prosperità economica
e aumento della popolarità.

Mancano in questa realtà, politiche di
solidarietà sociale causate dalla maggiore
prosperità, ma sono evidenziati fattori
monopolistici che, applicati al capitalismo,
portano alcune realtà a crescere e arricchirsi
a dismisura.

Alcuni fattori interessanti sono però spesso
sottaciuti dai media.

L'associazione Cinese per la Salute Mentale ad
esempio informa che il suicidio è la principale
causa di morte fra i giovani cinesi.

Nel 2006 il 26% dei decessi di persone tra 15
ed i 34 anni sono stati dovuti a suicidi e
nell'ultimo anno per il quale sono disponibili
i dati completi (2003) il ministero della
Sanità di Pechino ha registrato più di 250.000
suicidi, mentre le persone che hanno tentato di
togliersi la vita sono state più di due milioni.

Secondo i ricercatori cinesi, a motivare la
scelta di tanti giovani sono "[..] la pressione
sugli individui in una societa' in transizione,
delusioni amorose, una incapacita' culturale a
discutere dei propri sentimenti e la mancanza
di canali attraverso i quali esplorare la
propria identità [..]".

La maggioranza (57%) delle centinaia di
migliaia di studenti intervistati per un
sondaggio, aggiunge il China Daily, hanno
affermato di aver sofferto di "solitudine"
negli ultimi dodici mesi.

Questi sono scotti altissimi da pagare per una
evoluzione tanto traumatica come quella che sta
vivendo la società del Regno di Mezzo.

Quanto crescerà ancora l'economia Cinese?
Quanto ancora resisterà la dittatura sotto la
spinta di un mercato sempre più pressante?
Quanto di vero c'è nell'ipotesi di Bolla Cinese?




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