di FinanzaWorld staff

Il simulmondo e le classifiche

del 5/11/2007 di FinanzaWorld staff
Qualche giorno fa parecchia eco hanno scatenato
alcune affermazioni di Robert Cailliau, 60enne
informatico belga padre fondatore, con Tim
Berners-Lee, del World Wide Web.

Cailliau aveva asserito che Wikipedia, così
come concepito, è contro l'idea stessa del
World Wide Web poichè accentrare in un unico
punto le informazioni presenti naturalmente nel
web, contraddice lo spirito con il quale è
stato pensato.

Secondo Cailliau le notizie sul web devono
essere libere e reperibili cercandole ovunque e
collocarle in un unico "scaffale virtuale" da
un senso di restrizione e di limitazione.

D'accordo o meno con Cailliau, è curioso notare
come di recente una polemica, inizialmente
nascosta, ma in seguito più forte e sentita,
stia serpeggiando negli ambienti del Simulmondo
contro Google (NASDAQ:GOOG) che sta attirando
ire e critiche da buona parte del mondo
business e non solo.

Come succede periodicamente il gigante di
Mountain View ha proceduto ad un riesame dei
parametri di ranking che determinano il posto
in classifica di visibilità dei siti web.

Questa "Google Dance", così viene chiamata la
procedura di PageRank Update, provoca veri e
propri sommovimenti nell'elenco dei siti
classificati e in pratica si tratta di una
procedura tecnica che permette di "purgare" gli
eventuali effetti di spamming.

La rabbia dei declassati però evidenzia come il
monopolio di Google sulla classificazione e sul
ranking dei siti web, non possa essere
combattuto ad armi pari con altri dati di
riferimento.

Il fatto che Google abbia raggiunto una
posizione leader nella gestione dei contenuti
web e nella determinazione del ranking dei
siti, toglie ai concorrenti come Yahoo!
(NASDAQ:YHOO), Microsoft (NASDAQ:MSFT) e gli
ancor meno usati Ask Jeeves o Altavista,
possibilità di interferire nei diktat di
Mountain View.

Questa protesta porterà a qualcosa di
concretamente positivo?

Il web è l'unico mezzo che ancora si sottrae,
sempre più faticosamente ai monopoli
informativi e alle censure più o meno nascoste;
riuscirà a resistere e a rimanere una via per
la libera circolazione di idee e informazioni?

Fa ben sperare il fatto che oltre alle aziende
declassate si stia facendo sentire anche il
mondo dei bloggers, oggetto anch'essi di
rivisitazione "tecnica".

Teniamo gli occhi ben aperti e stiamo a vedere.




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