di FinanzaWorld staff

In vino veritas!

del 27/08/2007 di FinanzaWorld staff
E' buono, è rosso (nella maggior parte dei
casi), è universalmente conosciuto come uno
dei migliori al mondo.

Il vino italiano è sempre più apprezzato e
poco conta che l'euro forte renda debole le
esportazioni perchè ogni 100 euro di vino
esportato, ben 20 sono italiani.

La produzione di vino italiano ha cambiato
radicalmente il suo modo di presentarsi e
da piccole industrie squallide e spoglie la
trasformazione in cantine, cooperative
belle da visitare, suggestive in un
paesaggio quasi sempre suggestivo, è stato
un passo obbligato che ha dato i suoi frutti.

Agenzie di viaggi organizzano vere e
proprie gite nei casolari toscani, del
piemonte o del friuli. Le masserie
siciliane o pugliesi accolgono ogni giorno
turisti provenienti da tutto il mondo e in
questo contesto quasi romantico, le
esportazioni nel 2005 sono salite del 10%
in volume e del 3.1% in valore, rispetto al
2004.

L'Assoenologi, per voce del suo DG,
Giuseppe Martelli, dichiara che l'anno
scorso l'incremento ha toccato il +11.5%
del volume di vino esportato e del +5.8%
per valore, confermando che non saranno da
meno i risultati del 2007, con un +19% e
+15%, rispettivamente di volume e di valuta
per il solo primo quadrimestre, nei
confronti dello stesso periodo del 2006.

La precocissima vendemmia di quest'anno
avrà quindi un compito oneroso: mantenere
alto il livello di qualità e di quantità
che i milioni di clienti internazionali si
aspettano dalle vigne italiane.

La produzione è cominciata con la raccolta
delle uve bianche di moscato, pinot grigio
e chardonnay oltre alle rosse di brachetto,
mentre le altre andranno raccolte nelle
prossime settimane, dopodiche si potranno
tirare le somme.

Tempo fa avevamo parlato del business dei
vigneti di Toscana ed oggi non possiamo far
altro che confermare come il vino oltre a
deliziare il palato, possa deliziare anche
il portafoglio.

In ogni caso la sfida per il futuro è solo
iniziata e i concorrenti non stanno a
guardare, quindi le aziende tricolori
devono assolutamente trovare nuovi mercati
per mantenere alti i livelli di
esportazione raggiunti.

Prosit!




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