di FinanzaWorld staff

BCE, Fed e Wall Street

del 6/06/2007 di FinanzaWorld staff

Oggi la Bce ha ha portato il
tasso di riferimento a breve
sull'euro al 4% dal 3,75%.
Gli operatori scontano già
un ulteriore rialzo
entro la fine del 2007.

 

Attualmente, il tasso d'inflazione è sotto il 2%
da nove mesi, la disoccupazione è scesa
al suo minimo storico nell'Europa a 13 e
secondo la Bce la crescita quest'anno
dovrebbe aggirarsi in un range tra il 2.3%
ed il 2.9% nel 2007 e l'1.8% ed il 2.8% nel 2008.
Le spinte inflazionistiche sono dovute
principalmente al rincaro delle materie
energetiche.

 

Trichet ha evidenziato che
l'inflazione potrebbe avere
un'accelerazione nel corso dell'anno.

 

Un punto da sottolineare nel
comunicato della Bce è che M3 ad aprile ha
segnato un tasso d'incremento annuo del 10.4%.

L'aumento di questo aggregato è stato tanto
rapido quanto l'aumento del credito.

Parallelamente a questo dato si segnala
che nelle ultime righe del comunicato
si evidenzia che i prezzi delle abitazioni,
pur avendo avuto in alcuni casi un
ralleltamento, in media, restano
a livelli elevati.

 


La Bce come definizione di moneta e
come indicatore di politica monetaria
(espansiva/restrittiva) adotta M3.
Infatti, dall'esperienza empirica M3
è l'aggregato più affidabile per
anticipare il livello dei prezzi.
(in calce all'articolo è disponibile
una tabella di sintesi sulla composizione
degli aggregati che compongono l'offerta
monetaria. Gli aggregati M1,M2 ed M3
rappresentano i diversi livelli di
liquidità dell'offerta di moneta).

 

Pertanto, l'aumento dei tassi
è imputabile solo parzialmente ad
un'aspettativa di crescita e
di future spinte inflazionistiche.
Il boom vissuto dal settore immobiliare
negli ultimi anni non è un evento
solo americano.
L'Europa non è di certo un'isola felice
nella quale non esistano i rischi di
uno sboom immobiliare simile a quello a
stelle e strisce.

 

D'altro canto va evidenziato che
la Bce sembra aver focalizzato l'attenzione
solo sulle dinamiche inflattive e i rischi
dell'immobiliare trascurando i tassi di cambio.
Il supereuro può essere utile per sterilizzare
il caro greggio, tuttavia nel medio termine
può avere consistenti ripercussioni negative sulla
convenienza dell'export europeo e, nell'insieme
sulla Bilancia dei Pagamenti europea.
Inoltre, nell'attuale congiuntura 
la forza endogena dell'economia europea,
cioè la domanda interna, anche se in aumento,
non sta dando decisi segnali di robustezza e
un depauperamento della Bilancia Commerciale
avrebbe effetti consistenti sul Pil.

 


Negli U.S.A., in giornata, sono stati diffusi
i dati sulla produttività, che sono stati
in linea con le attese di un aumento
dell'1%, ma nettamente al di sotto
dell'1,7% comunicato nella stima "avanzata".
Parallelamente, il costo unitario del lavoro,
su base annua, è stato rivisto
in rialzo dal precedente +0.6% all'1.8%.
Come accennato avant'ieri, una revisione al
ribasso della produttività e un contestuale
aumento del costo del lavoro sono segnali
di un possibile trend decisamente negativo
per quanto concerne le dinamiche dell'inflazione.

 


Il caro greggio (inflazione importata) e
il rischio di una crescita più rapida del costo del
lavoro rispetto alla sua produttività (inflazione
strutturale interna) rappresentano vincoli
ineludibili per la politica monetaria della Fed.


Il miraggio di un taglio dei tassi a
breve si sta diradando sempre di più,
il mercato si sta depurando da questa
fallace aspettativa e sta iniziando ad
internalizzare aspettative più
verosimili sulla furtura politica
monetaria americana.

 

 

Wall Street chiude quindi in rosso.
Dow Jones -0,95%
Nasdaq -0,91%

Sul Nyse l'81% dei titoli ha
segnato un ribasso, sul
Nasdaq il 68%.

In rialzo i futures sul greggio.
I contratti di luglio e agosto
segnano rispettivamente 65.94$
e 66.97$ al barile.

 

 

Nella giornata di domani sono attesi i
seguenti dati macroeconomici:

Sussidi di disoccupazione al 02/06  
valore atteso:312.000, valore precedente:310.000 


Scorte di magazzino all'ingrosso di aprile  
valore atteso:0.3%, valore precedente: 0.3%  


Credito al consumo di aprile  
valore atteso:6 Mld, valore precedente: 13.5 Mld

 

 

componenti M1 M2 M3
Circolante x x x
Depositi a vista (overnight) x x x
Depositi con durata prestabilita fino a due anni   x x
Depositi redimibili con un preavviso fino a tre mesi   x x
Operazioni pronti contro termine     x
Quote di fondi comuni monetari     x
Titoli di mercato monetario e obbligazioni con scadenza fino a due anni      x




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