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Telecom Italia è il leader italiano nel ramo delle telecomunicazioni.
Dopo la privatizzazione del 1997, si successero al suo controllo un gruppo con capofila gli Agnelli, successivamente
Allo stato attuale Telecom è l’anello finale di un intreccio azionario assai complesso.
Al vertice vi è Marco Tronchetti Provera che controlla il 52% di Camfin, questa a sua volta deteniene il 25,5% di Pirelli, che ha l’80% di Olimpia, che a sua volta possiede il 18% di Telecom Italia.
Lungo questa catena verticale vi è la partecipazione più o meno consistente di importanti banche italiane.
I vantaggi di un sistema a matrioska, così delineato, sono notevoli.
Infatti, a parità di capitale proprio investito nella holding, più sono i livelli del gruppo, minore è il capitale di rischio necessario a Tronchetti Provera per controllare il tutto.
Vediamo la tabella:
Società |
Capitale proprio investito da Tronchetti-Provera |
Capitale controllato conferito da terzi |
CAMFIN |
52% |
48% |
PIRELLI |
25,5% x 52%= 13,3% |
86,7% |
OLIMPIA |
80% x 13,3% = 10,6% |
89,4% |
TELECOM |
18% x 10,6% = 1,9% |
98,1% |
Balza agli occhi il fatto che Tronchetti Provera, rischiando di suo l’1,9%, riesce a controllare di fatto il 18% di Telecom ed il 98% del capitale conferito da terzi, considerando i vari livelli della matrioska.
Demoltiplica il rischio e moltiplica il potere di controllo.
Ma vi è anche un’altra considerazione da fare su questo sistema di controllo integrato: il massimo dell’utile per chi ne è al vertice non coincide con la crescita di Telecom, bensì con quella di Camfin. Tutto ciò può realizzarsi solo rendendo massimi i dividendi ai vari livelli fino a Camfin.
Agli azionisti piacciono i dividendi, mentre i manager vorrebbero sempre tenere tutti gli utili in azienda per autofinanziare la crescita. Puntare a rendere massimi i dividendi, può svuotare un’azienda della linfa vitale necessaria per crescere, internamente o attraverso acquisizioni.
Allo stato attuale la decisione di Tronchetti Provera di cedere il suo controllo del 18% di Telecom è in una fase di stasi.
Non appare ancora chiaro né l’acquirente, né la cifra che verrà sborsata, né quale società trarrà i maggiori benefici da tale operazione. Comunque vadano le cose Camfin ci guadagnerà.
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