Ieri in Cina ho incontrato un banchiere.

Non un banchiere qualunque, ma il capo a
Shanghai della piu' grande banca italiana,
Sergio Miele di Unicredit. A parte essere
simpatico e con una scrivania piena di stampe
di siti italiani (la nostalgia della Patria
si accende immediatamente gia' a Chiasso,
figuriamoci dall'altra parte del pianeta),
il banchiere mi ha snocciolato un sacco
di numeri che confermano tutti la solita cosa:

E' in corso una guerra globale gigantesca.

Da una parte la Cina e dall'altra l'Europa.
Niente americani direte voi? La mia idea, lo
sapete, e' che gli americani non abbiano poi
questi grandi contraccolpi dalla forza produttiva
cinese: i settori piu' caldi dell'economia Usa
sono software e innovazione, roba che da queste
parti ovviamente non possono fare.

Provate voi a vendere sistemi operativi oppure
database. O a rifare Google ed eBay o magari Yahoo!

Anche i francesi e i tedeschi, tra Airbus,
cosmetica, prodotti industriali e chimici
di alto livello e complessita', se la cavano.

Infatti hanno gia' ricominciato a crescere.

Per non parlare degli inglesi che, saggiamente,
gia' dagli anni ottanta e novanta hanno scelto
la finanziarizzazione della loro economia.
Francesi, tedeschi e inglesi sono in Cina in
migliaia. Per non parlare degli americani.
Sapete quanti sono gli italiani qui? Seicento.

Cosi' l'Italia e' nel centro del mirino.

Ricordate le mie newslettere del 1999 e seguenti
quando imploravo le nostre grandi aziende,
le TIM, Enel, Telecom Italia, perfino le Tiscali
e tutti i centri finanziari di abbracciare il
Simulmondo e l'immateriale, per prendere posizioni
strategiche e difendersi successivamente dalla
forza della globalizzazione della Terraferma?

Gli chiedevo di guidare la trasformazione senza
stare tanto ad aspettare che ci pensassero i governi,
che avevano, e si e' visto, altre priorita'.

Avrebbero creato indotto per migliaia di piccoli e medi.

Non e' ancora troppo tardi, ma certo sono stati
persi anni importantissimi, e mentre prima la nostra
ristrutturazione industriale la potevamo gestire
noi con i nostri tempi, ora la Cina ce la impone.

Adesso il Simulmondo e' diventato obbligatorio.

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A presto, Vs. Francesco Carla'