di Francesco Carlà

Le banche italiane stanno cambiando?

del 30/11/2015 di Francesco Carlà
Una delle idee migliori di Finanza World,
quasi tutti i Fwiani la ricorderanno bene:
"Non tocchiamo le azioni di una banca nostrana
nemmeno con una canna da pesca".

Un'idea perfettamente in linea con la Finanza
democratica, un'idea partita molti anni fa e
che si e' portata dietro un sacco di conseguenze
virtuose, come solo una buona idea, coerentemente
rispettata, riesce a fare.

Le conseguenze virtuose sono presto ricordate:
non investire nelle banche ci ha permesso di
investire su un sacco di ottime aziende del
vero Made in Italy, e di vederle esplodere nell'
esportazione di beni e Premium.

Il risultato e' visibile nella performance di
"In Borsa in Italia": +191% dal gennaio 2006.

L'altra conseguenza virtuosa del 'NO BANK'
e' nel risultato, nello stesso periodo, dell'
Indice di Milano da cui siamo stati lontanissimi
negli anni decisivi, tra il 2006 e il 2012:

Indice FTSE MIB: -39%.

Perche' l'Indice era (e un po' e' ancora)
praticamente un indice bancario ed assicurativo.


Nel frattempo giunge notizia che 4 banche della
provincia italiana (Cassa di Ferrara, Banca Marche,
Banca Etruria e Carichieti) sono state salvate
('messe in sicurezza' in burocratese pudico) e
i relativi costi sono stati posti a carico di un
poco identificato 'sistema bancario'.

Nasce un Fondo di risoluzione che con un esborso
valutato dalla Ue in 3,6 miliardi, permettera' alle
quattro banche di continuare ad operare. Ci sono
anche soldi dello Stato, quindi nostri.

Unico cambiamento apparente: avranno il termine
"Nuova" davanti al loro nome.

Cosa ci dice questa faccenda che arriva poco prima
dell'avvio delle nuove norme sul 'Bail in' che, come
chiedevamo noi di Fw dal 2008, (finalmente) in caso di
dissesto bancario colpiranno, nell'ordine: azionisti
ed obbligazionisti, ma anche incauti correntisti di
banche mal gestite oltre i 100.000 euro?

Ci dice due cose semplici semplici ed istruttive:

La prima: 4 banche di provincia sono costate al
'sistema bancario', cioe' ai consumatori ed agli
imprenditori seri, oltre 3,6 miliardi in euro.
Pensate un po' cosa costerebbero i fallimenti di
ben altri istituti ...

La seconda: il fatto che le sofferenze delle citate
banche subiranno una massiccia svalutazione da 8,5
a 1,5 miliardi, a conferma che si tratta anche di un
gigantesco 'scurdammoce o passato' per bad-consumatori
e bad-imprenditori (e moolte altre categorie di clienti
bancari diciamo cosi' "privilegiati") assai meno serie.

Un augurio e un consiglio. L'augurio: speriamo che il
'Nuova' davanti al nome delle vecchissime banche fallite
non sia solo una spesa per il cambio delle insegne.

Il consiglio: scegliete con grande cura la vostra banca.

Ma ne aggiungo un altro, penso altrettanto utile specie
se siete novizi di Finanza World: partecipate Gratis
al nuovo Meeting della Finanza democratica on line
con il sottoscritto cliccando (o andando) qui:

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Ps. Date l'indirizzo anche i vostri cari:
e' il modo migliore per evitare i danni
della finanza barbara che avete appena letto.


Un caro saluto a tutti,

Vs. Francesco Carla'
f.carla@finanzaworld.it


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