di Francesco Carlà

Ma sono strumenti che non servono per gli investimenti

del 31/10/2011 di Francesco Carlà
Le banche hanno bisogno di raccogliere
soldi da «vendere».

Una cosa che hanno capito tutti visto
che sono anni che aumentano il capitale.

Solo che i soldi, dall' autunno 2008
in poi, sono diventati merce più rara.

Specialmente nell'area euro, ma
in generale nel mondo globalizzato
dove tutti competono per assicurarseli.

Per questo le banche italiane stanno
lanciando piani per attirare i risparmiatori.

La parte del leone la fanno i conti
di deposito e le obbligazioni bancarie,
ma presto torneranno di moda anche
i certificati di deposito.

Ma convengono sul serio questi conti
che garantiscono se vincolati rendimenti
superiori al 4% lordo annuale?

I risparmiatori se lo chiedono, tormentati
da notizie non certo rassicuranti sulla
salute del sistema finanziario.

I soldi sui conti correnti sono sicuri
o c'è il rischio, se la crisi si dovesse
aggravare, di perderli?

I conti correnti bancari, gli assegni
circolari e i certificati di deposito
nominativi sono protetti, nelle banche
italiane, fino a 103.291,38 euro a
depositario.

Vuol dire per ogni cliente e, se si hanno
conti su più banche, su ogni banca.

Più conti nella stessa banca sono tutelati
solo fino a 103.000 euro.

Per i conti cointestati la garanzia vale
per ciascun cointestatario.

Esempio: se moglie e marito, fratello e
sorella, madre e figlia, hanno un conto
in comune la garanzia raddoppia.

Poi c'è da capire cosa s'intende per «rendimento
lordo». Per la riforma della tassazione delle
rendite finanziarie che entra in vigore nel
gennaio 2012, l'aliquota sui conti scende
dal 27 al 20%.

Quindi il 4% lordo diventa, per esempio,
il 3,2% netto. Cioè il conto di deposito
viene equiparato a qualsiasi altro strumento
finanziario con l'eccezione di titoli di Stato,
buoni postali e investimenti equiparati.

In più un conto di deposito non paga neppure
il nuovo bollo sul deposito titoli.

Quindi conviene?

Un sì può arrivare a condizione che l'inflazione
reale resti sotto controllo. Cosa difficile con
l'attuale scenario finanziario.

In ogni caso, un conto di deposito resta
uno strumento per la gestione della liquidità
in eccesso e non un investimento.

Non dimenticatelo.


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