di Francesco Carlà

Italiani e cultura finanziaria

del 30/04/2016 di Francesco Carlà
Due indagini della Cattolica e di Patti
chiari a proposito della cultura finanziaria
degli italiani. Secondo i ricercatori e' molto bassa.

Da un campione di mille famiglie (2100 individui)
e' saltato fuori che il livello di competenza
su finanza e dintorni e' pari a 3,5 su una scala
che va da zero (totale assenza di concetti ed idee
sul tema), a 10 (conoscenza ottimale).

A scuola sarebbe una bocciatura secca.

Ma aspettate un attimo prima di tornare sui libri.
Vediamo insieme un paio domande a cui gli
italiani hanno risposto 'male' o non
hanno risposto.

"Volete investire in Borsa: acquistate due titoli
della stessa azienda, due titoli di un'altra o
un titolo di ciascuna?"

Il quesito (non posto particolarmente bene) dovrebbe
servire a sondare la conoscenza degli italiani
del principio della 'diversificazione'.

Un principio per nulla assodato, anzi molto controverso.

Lo stesso Warren Buffett, il re riconosciuto
degli investitori globali, lo considera "la protezione
dall'ignoranza."

Un'altra domanda riguarda i titoli obbligazionari.

Si chiedeva di spiegare le ragioni della differenza
dei tassi di rendimento fra titoli di Stato emessi
da Stati diversi nella stessa valuta.

Tradotto: perche' la Grecia deve pagare di piu' della
Germania per farsi prestare soldi per il suo debito?

La risposta che volevano i ricercatori era solo
una: i titoli a piu' alto rendimento sono sempre
quelli piu' rischiosi.

Ne discenderebbe il contrario: quelli a minore rendimento
sono i meno rischiosi.

Anche in questo caso le cose non vanno
sempre cosi' sui mercati. Lo dimostra
il fallimento di Lehman.

I suoi titoli obbligazionari avevano rendimenti bassi
(e voti alti) fino al giorno della bancarotta.

Insomma, anche a giudicare dalle vicende recenti,
gli italiani sono investitori assai migliori di
come vengono descritti. Sono sopratutto prudenti
e stanno molto attenti alle sirene dell'industria
finanziaria.

Del resto, per investire bene, e' importante sopratutto
conoscere e rispettare questi 5 principi:

1 Nessuno sa, e puo’, curare il nostro denaro meglio di noi;

2 Imparare ad investire e’ molto semplice e non serve
essere laureati in economia e scienze finanziarie.
Basta essere correttamente informati da chi e’
strutturalmente indipendente e non deve vendervi
nessun tipo di prodotti finanziari. Basta saper
fare addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni,
divisioni, percentuali, e medie;

3 Grazie ad Internet, e’ facile e costa molto poco
investire da soli e senza intermediari. E’ sufficiente
aprire un conto bancario on line e le commissioni
sono basse e alla portata di tutti gli investitori.

4 Investite solo in quello che capite e conoscete.

5 Non fidatevi di nessuno che vi proponga cose
in contrasto con i punti 1, 2, 3 e 4.

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Francesco Carla'
Presidente
www.finanzaworld.it




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