-Carla'
Continuo a ricevere un sacco di vostre e-lettere
sul 'caso America'. Ma ce n'e' una che parla
di un americano diverso, ce ne sono tanti, non
e' mica vero che da quelle parti si somigliano tutti.

Ecco alcune newslettere sul tema che potreste rileggere:

-New York New York
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?IDNL=531&a=1
-Il canestro vincente
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?IDNL=532&a=1
-La New York di Ciro Scapece
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?IDNL=535&a=1
-No global all'italiana
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?IDNL=470&a=1

Sintesi:

Tutti sappiamo di dover molto all'America e al modello
americano: la liberta' dai nazifascisti negli anni '40,
la cultura beat/pop degli anni '50/60 con gli scrittori
'on the road' alla Jack Kerouac, il cinema di Bogart
e l'investigatore Marlowe, Bob Dylan e Mary Poppins,
Cassius Clay, Snoopy e Internet, Paperino e i videogames...

E soprattutto le dobbiamo iniezioni di voglia di vivere.

Ne avevamo bisogno in Europa dopo la seconda guerra
mondiale: noi abbiamo avuto lo Zio Sam, altri si sono
beccati Giuseppe Stalin. Inutile dire come e' andata
a finire perche' lo sappiamo tutti.

Poi ci sono stati il Vietnam e l'America Latina.

Gli Stati Uniti volevano vincere contro la Russia.
C'era un lavoro da finire, un'altra pagina da consegnare
alla storia. Poi e' caduto il muro di Berlino e adesso
Putin e' assieme a Bush nei summit, intanto a Pechino
e Shangay i ragazzi girano in jeans e mandano sms. Vittoria.

Ma dopo tutto questo l'America e' ancora felice di se stessa?

Ps. E' venuta l'ora di salutare PALM dal portafoglio
di Michael Jordan (nasdaq-palm) e di raccontarvi
un altro punto di vista sul 'quando si vende'.
Palm ha fatto quasi il 100 per cento di profitto
dal primo ottobre 2001 ad oggi. Perche' vendere?
Perche', e questo vale soprattutto con azioni volatili
e speculative come quelle tecnologiche, ha indietreggiato
del 25% rispetto ai massimi toccati da quando e'
partito il portafoglio legato al genio del basket.

-Il portafoglio di Michael Jordan
www.finanzaworld.it/newsletter.asp?IDNL=479&a=1

Buona lettura.

-Roberto Quartullo
Caro Francesco,
Ti seguo da oltre un anno, ma ti scrivo per la prima volta.

Lo stimolo mi e' venuto dalla lettera che hai ricevuto
da Gabriele e da un di TV7 (Raiuno-Domenica 27
gennaio 2002 - ore 23:00) intitolato "Tom delle gondole".

Il parlava di un classico ragazzo americano,
fisico da atleta, occhiali e laurea nel cassetto che
cinque anni fa ha lasciato il North-Carolina per raggiungere
Venezia e costruire gondole!!!

Nell'intervista Tom affermava che Venezia e' la citta'
ideale per uno che vuole costruire barche; da poco ha
completato la sua prima gondola dopo anni di apprendistato
e sei mesi di lavoro e l'ha venduta, neanche a dirlo,
ad un americano di Providence-Rodhe Island (villaggio globale!!!).

Tom ha dovuto vincere la diffidenza di molti maestri
gondolieri che non si fidavano della sua vocazione mentre
in lui ha creduto un artigiano che avendo due figlie non
aveva a chi tramandare la sua arte.

Mi domando: perche' Tom ha fatto la sua scelta, non certo
per soldi, ma per rincorrere un sogno piu' reale del vil
denaro fine a se stesso, per realizzarsi per vedere il
frutto del suo lavoro navigare nei canali della citta'
piu' bella del mondo o in un giardino di un facoltoso americano.

Sono sicuro che Tom ha trovato la felicita'.

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