di Francesco Carlà

Lavoreremo per gli americani?

del 12/02/2001 di Francesco Carlà

Martedi' prossimo Greenspan torna a Capitol hill e parla.

Cosa ci dira' l'Esorcista ormai quasi lo sappiamo:
1 Ha dato troppi colpi e troppo in fretta all'economia Usa,
per paura dell'inflazione, e l'economia ha frenato e
sbandato negli ultimi due trimestri dell'anno scorso;

2 In questo momento l'economia va quasi a zero all'ora
e percio' questo trimestre e il prossimo saranno
un mezzo disastro per le societa' e per i loro utili;

3 Piu' penalizzate di tutte le societa' tecnologiche e
i loro insostenibili, specie in questo clima, trend
di crescita in fatturato e profitti.

Ma tutte queste cose le sappiamo gia'. E Wall Street cala.

La cura e' la solita: soldi facili per tutti per
convincere le imprese ad investire e i privati a
spendere.

Bush vuole la stessa cosa con i tagli alle tasse.

In poche parole: Greenspan ha fatto 6 autogol (i troppi
rialzi dei tassi d'interesse) alla nazionale a stelle e
strisce e adesso ha messo in campo bombers modello
Batistuta e da 6 a 0 siamo gia' 6 a 2.

Due gol in un mese sono tanti, ma l'America e' sempre sotto di 4.

Ma la partita e' in corso e Greenspan sa che puo'
pareggiare e poi passare in vantaggio un'altra volta.
Questo succedera' nel terzo e nel quarto trimestre del
2001. Del resto lo sanno anche le tecnoaziende che
hanno gia' reso noti i loro piani (guidance) che sono
tutti simili: si frena per sei mesi e poi si ricomincia
a correre in estate.

E in autunno si vola.

Naturalmente qualcosa potrebbe andare storto in questo
copione e forse questo qualcosa potrebbe essere in Europa.

Il Giappone ha lavorato per gli americani per moltissimi
anni dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Poi e' entrato in recessione e non ne uscira' tanto
facilmente. Le sue aziende producono commodities che
non hanno piu' tanti margini e che hanno saturato il
mercato. Roba hardware di cui abbiamo le case piene.

Televisori, registratori, lettori di cd etc etc.

Mentre il Giappone lavorava sodo, in Europa facevamo
quello che potevamo, difesi dalla guerra fredda.
Gli americani non potevano passare subito alla cassa
con noi perche' dovevano finanziare la lotta segreta
contro la Russia.

Il campo di battaglia ce lo mettevamo noi. E loro i dollari.

Nel 1989 la guerra fredda e' finita e i soldati sono
tornati a casa, insieme ai soldi degli americani che
infatti tagliano il bilancio della difesa.

Sopratutto da li' vengono i dollari che Bush spendera'
per tagliare le tasse. Le tasse degli americani.

Invece da noi le tasse sono alte. Altissime.

Tasse alte e tassi che non calano. Non possono calare
perche' l'inflazione sta gia' tirando su la testa
e la disoccupazione resta forte. L'Unione Europea
marcia alla velocita' che puo', ingolfata da mille
questioni nazionali in attesa del test della moneta
unica che non sara' una faccenda semplice semplice.

Intanto l'America attrae facilmente gli europei migliori,
come faceva Roma con i cervelli delle colonie.
E stavolta non ha bisogno di portarseli per forza
in patria, possono anche stare a casa loro e lavorare
via Internet. Oppure investire al Nasdaq e finanziare gli Usa.

In un modo o nell'altro stiamo lavorando per l'America.


Ps. Cercasi disperatamente signora Puddu.

La nostra mitica speculatrice sarda sta avendo un
successo che non accenna a diminuire. Italia 1
e la trasmissione Tempi Moderni la vogliono invitare
in TV e pure in fretta. Non deve fare altro che
scrivere a tempimoderni@mediaset.it oppure
telefonare a Penelope Donella 02/25146792
o Sara Faillaci 02/25146547. Anch'io non vedo
l'ora di assistere alle sue performances. Smile.

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di Francesco Carla' e le sue riflessioni
su titoli e societa', cliccate subito qui:
www.finanzaworld.it/newsdisp.asp?id=6259&a=1





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