Caro Matteo (Renzi),

Una quindicina di anni fa avevo scritto
una email a Renato Soru. All'epoca era
l'enfant prodige di quella che sembrava
una possibile rivoluzione italiana, basata
sulle tecnologie digitali ed ecologiche,
sul mix tra la nostra enorme tradizione
della qualita' e le nuove possibilita' di
produzione, distribuzione, comunicazione.

Rivoluzione un po' in stand by.

Soru mi rispose e le nostre lettere girarono
per la rete. Un primo fenomeno di condivisione
che poi Facebook avrebbe reso popolare.


Ma perche' ti scrivo, Matteo?

Ti scrivo perche' non mi e' ancora andata
giu' la faccenda che nessuno ti abbia chiarito
le idee sulle famose 'Rendite finanziarie'.

Cosi' quando ti ho sentito ripetere, ancora
una volta, che l'Irap scendera' del 10% grazie
all'aumento al 26% della tassa sulle "operazioni
in Borsa", ho deciso di mettere mano alla tastiera.

Confido sulla tua buona fede. Quindi m'immagino
che tu voglia tassare un mondo di traders alla
Gordon Gekko di Wall Street (il film). Gente che
guadagna senza fare niente di speciale, che non
rischia nulla e fa tremare paesi, aziende e famiglie.

A quel mondo la tua tassa non fa ne' caldo e
ne' freddo perche' loro, che oltretutto non
guadagnano mica sempre, in ogni caso utilizzano
veicoli off shore e non pagano un cent di tasse
sui profitti.

I 'traders' a cui farai male sono invece i
poveri speculatori amatoriali di casa nostra,
convintissimi di poter fare denari facendo un
sacco di operazioni dissennate e compulsive.

I soldi li fanno fare solo ai brokers on line
che inviano gli ordini e gestiscono i loro scoperti.

Ma oltre a questi poveri 'traders' alla Toto',
stai (spero involontariamente) tassando pure i piccoli
e medi imprenditori a cui vuoi ridurre l'Irap del 10%.

Sono quelli che credono ancora nella nostra Borsa
e finanziano le medie aziende italiane quotate.
Comprando le loro azioni.

Pensaci, per favore, Matteo.

Un caro saluto,
Francesco Carla'
Fondatore: f.carla@finanzaworld.it