di Francesco Carlà

Investire sull'universita'?

del 30/04/2014 di Francesco Carlà
L'ex sindaco di New York Bloomberg
ha tirato il sasso nello stagno,
invitando i ragazzi a non andare
all'universita' e a diventare artigiani.

Una soluzione piu' facile a dirsi
che a praticarsi: essere buoni
falegnami, idraulici, elettricisti,
prevede conoscenze ed un lungo apprendistato.

Ma il fatto e' che nemmeno negli Usa,
Paese che piace ai nostri laureati
che non trovano lavoro in Italia,
sono piu' cosi' sicuri che un college
sia sempre un investimento fruttuoso.

Il dubbio gli e' venuto per due
ragioni abbastanza decisive.

La prima: un'universita' privata
negli Stati Uniti costa una media
di 21.600 euro all'anno. Aggiungendo
il mantenimento dello studente,
una laurea in 4 anni (in corso)
vola in media a quota 130.000 euro.

La seconda: anche negli States si
e' scoperto che una laurea non da'
automaticamente lavoro. In piu' ci
sono studi che dimostrano la sostanziale
identita' di reddito tra un laureato
all'Universita' della Pennsylvania
(34.000 euro all'anno di retta) e a
al college Penn State (statale, 12.300
euro all'anno).

Sono molti i miti universitari a stelle
e strisce che si stanno sfaldando.
Jeff Selingo, autore di un saggio molto
documentato sul tema, ne distrugge almeno
tre.

Non e' vero che le universita' Usa sono
le migliori del mondo. Un quattordicesimo
posto nel ranking globale si scontra con
un costo medio tra i piu' alti.

Non e' vero che tutti gli studenti si
laureano in corso e non perdono tempo.
Solo il 40% ci riesce.

Non e' vero che la laurea determina il
futuro in azienda. Sempre piu' datori di
lavoro guardano alle reali capacita' e
non ai titoli e ai nomi dei college.

Se avete figli che stanno per finire
la scuola superiore, ragionate con loro
in modo molto concreto sui costi e sugli
obiettivi che hanno in testa.

Non e' detto che abbia ragione
Bloomberg, ma e' certo che sia sempre
piu' indispensabile fare i conti bene
prima di investire decine di migliaia
di euro all'anno sulla formazione superiore.

In America hanno tirato su una generazione
di debitori. Giovani che non solo non
trovano lavoro dopo la laurea. Ma che in
piu' hanno contratto mutui pesanti per studiare.

Oggi la chiamano Generation I.O.U. (Io ti devo).


Francesco Carla'
Presidente
www.finanzaworld.it
f.carla@finanzaworld.it




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