di Francesco Carlà

Investire in arte

del 30/01/2013 di Francesco Carlà
L'arte e' un buon investimento?

La domanda e' semplice e secca,
ma la risposta deve essere articolata.

Investire in arte non e' facile e ci
sono delle regole molto precise, altrimenti
i risultati possono far male al portafoglio.

Regola numero uno: comprate solo da venditori
con super referenze e reputazione immacolata.

Per due ottime ragioni.

La prima: le opere
devono essere cristalline per qualita',
aabbonaticita' e provenienza. La seconda: il
venditore puo' diventare, in caso di necessita',
il vostro piu' efficace cliente o mediatore.

Regola numero due: comprare solo da venditori
che sanno stimare il reale valore, almeno in
quel preciso momento, dell'opera che volete
acquistare. Investire a prezzi sopravvalutati
significa partire gia' con il piede sbagliato.

Confrontate sempre diverse fonti.

Postilla: comprare un quadro o una scultura
in una mostra locale, o in un mercatino dell'
antiquariato, e' un'ottima cosa per il vostro
gusto estetico e per l'arredamento di casa.

Ma non e' un investimento. E potreste scoprire
con raccapriccio che opere di maggiore qualita',
e di sicuro mercato, costano assai meno in una
rinomata casa d'aste europea.

Un'altra cosa: scoprire il grande artista da giovane
su eBay, o tra i vostri amici di Facebook, e'
praticamente impossibile per come funziona oggi
il mercato dell'arte.

Piu' o meno e' come trovare un Picasso a Portobello.

Finite le avvertenze principali, ma non esaustive,
veniamo agli aspetti positivi dell'investimento in
opere d'arte.

Per come la vedo io sono almeno tre.

Il primo: zero tasse sul possesso e zero tasse
sul profitto, se vendete. Per i privati, le plusvalenze
nella compravendita di opere d'arte non sono soggette
a tassazione. Niente 20% sul capital gain.

Il secondo: niente costi. Un chiodo o un angolo della
vostra casa sono tutto quello che un'opera d'arte
chiede. Certo se avete cose di pregio e valore un
sistema d'allarme efficace e' necessario. E l'assicurazione.

Il terzo: bellezza gratis. Chi ha avuto la preveggenza
di comprare De Chirico negli anni sessanta, giusto per
fare un esempio, ha goduto esteticamente per decenni,
mentre il suo patrimonio cresceva nel silenzio delle
Piazze d'Italia.

Ultima avvertenza decisiva: l'arte va benissimo
all'interno di un patrimonio diversificato a dovere.

Dover liquidare troppo in fretta un patrimonio
fatto solo di quadri e sculture potrebbe crearvi non
pochi problemi. E farvi perdere molto valore.

Anche se i beni artistici, se notificati, possono
essere considerati come merce di scambio con lo
Stato al posto del pagamento dell'imposta di successione.


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