di Francesco Carlà

Il problema dei social media

del 30/09/2012 di Francesco Carlà
A Wall Street non hanno preso bene
i risultati trimestrali di Groupon,
il famoso social network di sconti
e coupon molto popolare anche in Italia.

A poco e' servito prendersela con la
crisi in Europa: in pochi giorni ha perso
un terzo del suo valore di Borsa. In totale
ormai vale circa un quarto dei 20
dollari per azione di novembre 2011,
il momento della sua quotazione.

Non e' che se la passino molto meglio
i titoli di altri protagonisti della
social-mania in primis Facebook, un miliardo
di frequentatori nel mondo, e Zynga,
creatore di giochi molto popolari come
Farmville.

Facebook ha perso il 50% dalla quotazione,
mentre Zynga e' precipitata dai 16 dollari
della Ipo a 3.

Linkedin e' l'unica eccezione nel gruppo:
arrivata a Wall Street a 56 dollari per
azione oggi vale quasi il doppio. Merito
della sua natura professional considerata,
almeno per il momento, piu' credibile.

Ma qual e' il vero problema dei social media?
Adesso che sono 'scesi tanto' ha senso pensare
di investire in questi colossi digitali?

La risposta e' abbastanza semplice:
il problema e' la valutazione. Impossibile
stabilire oggi quali possano essere
fra 5 anni i ricavi e i profitti di
queste aziende. Un esempio: al momento
ogni iscritto a Facebook e' valutato
circa 4 dollari dalla pubblicita'.

Un'inezia rispetto ai 30 di Google.

Eppure i bilanci provvisori di questi giganti
digitali non si presentano disastrosi.
Tutti hanno in comune una caratteristica
molto interessante in questi tempi di
credit crunch: sono pieni di soldi in
cassa e non hanno quasi debiti.

Zynga ha meta' della valutazione di
Borsa nei suoi conti correnti, piu'
di un miliardo di dollari. Piu' o meno
come Groupon. Facebook ha piu' di 9
miliardi di dollari in cassa.

Ultima importante nota: moltissime azioni
di queste societa' andranno presto sul
mercato perche' scadono i divieti imposti
a fondatori ed azionisti.

Il boss di Facebook Mark Zuckerberg e altri
manager potrebbero scaricare su Wall Street
1.2 miliardi di azioni. Il che di solito non
fa benissimo al titolo.

Quindi prima di investire su queste
companies bisogna tenere ben presente
la loro imprevedibilita', garanzia di
un viaggio assai movimentato e volatile.

Ma in qualcuno di questi casi potrebbe
esserci un piacevole arrivo.


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